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A (s)proposito di Case Editrici

Immagine del redattore: RoseNoir AmbraRoseNoir Ambra

Aggiornamento: 28 giu 2023


Quel momento in cui ti scrive una persona e ti dice che ha letto il tuo libro e il tuo modo di scrivere è emozione che coinvolge, hai del potenziale e ti vorrebbe nella casa editrice per cui lavora. Che dire? Il sogno prende forma ed inizia a respirare con polmoni propri, un altro passo nel sentiero.

Finisco l'ultima opera con una carica in più. Non vi sono date di scadenza precise ma solo la smania di non perdere un'opportunità.

Lavoro finito. Presentato. Accolto benissimo. Contratto firmato e controfirmato. Lavorazione con editor conclusa velocemente e bene perché, a detta sua, la mia grammatica e il mio testo non avevano bisogno di grandi cambiamenti.

Emozionata ed entusiasta come ogni sognatrice degna, insieme a chi organizza gli eventi ci si accorda sull'uscita del libro. Come, quando e dove.

Sapevo che in quell'evento il sangue del mio libro non era compatibile con la luce che si respirava dagli occhi ma accettai lo stesso, umilmente, come giusto che sia. Ad ognuno la sua competenza.

La giornata rimane comunque tra i ricordi più belli. Hotel stupendo, tutto spesato dall'organizzazione, trattamento da VIP e l'uscita del libro che finalmente avrei avuto tra le dita, qui preciso che per averlo ho dovuto acquistarlo a prezzo pieno, come se fossi una lettrice e non una dei loro autori. Quindi sono andata allo stand e me lo sono acquistato per averne in casa almeno una copia.

Alla conferenza vi erano anime perse che erano lì per ascoltare argomenti che non avevano molto a che fare con i libri e tantomeno con il mio, mi sentivo un po' come Nosferatu ai bordi di una piscina a ferragosto. Ma anche questa passa, perché la gioia a volte rende ciechi e la gratitudine verso chi ti dà opportunità non ti dà l'arroganza per parlare.

Il team della casa editrice fotografa i suoi autori mentre firmano copie, tranne me. Quando ho firmato copie ho avuto foto amatoriali e ringrazio la mia famiglia per questo e la ringrazio con il sorriso, anzi con la risata che in questo momento dietro lo schermo mi rapisce.

Un paio di foto "professionali" le ho avute anch'io, dai!!! quando abbiamo dovuto fare quelle di gruppo.

Il giorno dopo mi chiama chi organizza gli eventi per la casa editrice e mi dice che ci saremo sentite nei prossimi giorni per programmare gli altri eventi.

Da allora tramite social ho visto passare decine di eventi, finché ho capito che l'opportunità che tanto avevo visto era un fuoco fatuo.

In particolare ci fu un evento in cui il mio libro sarebbe stato davvero a casa sua ed anche io come persona, in quanto a luogo, argomenti, abbigliamento, musica e pensiero.

Ed è lì che ho chiuso il mio respiro verso quella direzione.

Ci sono state altre piccole cose poco carine che possono passare inosservate, ma io le ho notate, le ho sentite.

Sono sempre stata nel mio perimetro, non ho mai parlato a sproposito, sono una persona educata, grata di quello che ricevo, umile, ma solo quando serve. Per mia competenza a volte smetto di esserlo e mi ricordo che le persone confondono l'umiltà con qualcos'altro che non sono io. So essere arrogante e maleducata e so dare i colpi di coda a chi mi accarezza con ipocrisia. Per riprendere le parole di una persona del team in questione, sono "datata", il che significa che ho vissuto abbastanza vite da imparare ad essere tutto e il contrario di tutto.

A (s)proposito di case editrici: ho confuso un'opportunità con un'esperienza.



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