Molte bambole nella storia sono conosciute per essere vive, sono diventate famose, alcune dimorano in musei, altre in collezioni personali. Si parla di famiglie spaventate che hanno fatto di tutto per liberarsene.
Questa è una storia diversa, una storia sconosciuta di bambole sconosciute. Le mie.
Tutto ebbe inizio quando cominciai a crearle e a customizzarle.
Ci tengo a dire che le bambole sono un qualcosa che ho sempre amato profondamente, trattate bene sin da bambina, le considero mie amiche e come tali non le ho mai seviziate come spesso capita di vedere nei cesti dei giocattoli dei più piccoli. Erano sempre ben vestite, pettinate e pulite.
Quando ho deciso di customizzarle non è stato facile perché distruggerle per ricrearle mi faceva male. Mentre tagliavo teste, sradicavo capelli, bollivo parti del corpo, io comunque parlavo con loro.
Mentre modellavo i volti o davo loro una nuova espressione, un reroot ai capelli, le vedevo nascere tra le mie mani e sentivo la loro anima. Sentivo quando erano più serene di essere ciò che le stavo facendo diventare o quando stizzivano un po' quello che stavo facendo. E' capitato più volte di voler arrivare ad un progetto e finire totalmente in altro modo. Non per mia scelta ma seguendo le sensazioni che arrivavano da loro. Un po' come quando scrivo e mi capita di seguire le anime dei personaggi. In questo caso la vibrazione era viva tra le mie dita.
Mi sono affezionata ad ognuna di loro, sempre. Le mettevo in vendita, quasi dispiaciuta ma del resto era quello che poi facevo e lo avevo trasformato nel mio artigianato di sostegno economico. Come tutte le cose esposte al pubblico dei social c'è chi ama e chi deve dare fastidio inutilmente. Questa seconda categoria non l'ho mai presa molto in considerazione perché non ho mai stimato i commenti intrisi di ignoranza di ogni forma e colore ma la prima categoria la porto nel cuore. Ragazze e ragazzi che hanno adottato le mie creature con la felicità nel cuore e l'emozione di averle con loro.
Fino a qui tutto semplice come ogni artigiano e artista che si rispetti.
Un giorno mi scrisse in privato una ragazza per dirmi quanto era felice di mettere tra la sua collezione una delle mie bambole di cui si era innamorata appena vista, mi racconta poi che è andata bene perché la notte, dopo averla esposta insieme alle altre, la vetrina si è frantumata ed essendo lei, di porcellana, andò bene che non si ruppe.
Fece una battuta, la buttò lì con ironia dicendo "sarà stata lei", questo perché la vetrina si frantumò da sola, senza che qualcuno la scontrasse o altro.
Trascorse circa una settimana da questo messaggio e mi scrisse un'altra ragazza che aveva adottato una delle mie Doll. Anche lei felice e soddisfatta ma disse che "Questa doveva proprio dirmela". La Bambola che aveva esposto su una cassettiera con il viso rivolto in avanti, verso il letto in cui dormiva, la ritrovava ogni mattina girata verso sinistra che guardava fuori dalla finestra. Questa ragazza mi scrisse in modo meno ironico della prima. Non dissi nulla di quello che accadeva a me, non volevo dire cose inutili che potessero spaventare o fare amare di meno le bambole adottate, forse, come me le avrebbero amate di più, ma nel dubbio decisi di tacere. Io ho sempre creduto e praticato stregoneria, occultismo ed esoterismo quindi le spiegazioni per casa mia, nella mia famiglia potevano essere altre.
Il fatto era che dalla stanza che usavo per laboratorio e per antro delle ombre ogni tanto sembrava di sentire una risata, o un vociare di bambina, lieve, non forte, appena sussurrato. Capitava, soprattutto di notte quando il silenzio era un più denso. Anche mia figlia, una sera mi chiese "hai sentito?" ed io risposi tranquillamente "si" e le sorrisi, "sarà Josephine" continuai. Mia figlia si affezionò e così Josephine non la misi in adozione, oggi è ancora con noi.
Continuai a crearle, modificarle, proporle a futuri adottanti e così via.
Mi arrivarono altri messaggi abbastanza simili ai precedenti raccontati, fino ad una signora che si spaventò nel vedere la creatura che aveva messo in un punto in particolare della casa creare nel muro intorno a sé, come dei puntini di muffa, mentre tutto il resto del muro era asciutto e bianco, anche perché non era un muro esposto all'esterno.
Quelle persone che mi hanno scritto, forse come punto di riferimento visto che la madre delle bambole ero io, cercavano spiegazioni, rassicurazioni che io potevo dare solo in parte.
Ricordo anche una mamma che probabilmente amava il genere e ne adottò una e dopo qualche tempo chiese i soldi indietro volendo rispedire la bambola perché diceva che spaventava la sua bimba. Non dico che tutte siano uguali, mia figlia è cresciuta in mezzo a determinate cose, determinati argomenti e gusti, quindi non ne ha risentito mentre altri magari si, pensavo comunque ci poteva essere altro modo per tenersi una bambola anche nascondendola agli occhi della figlia senza necessariamente rispedirla e volere i soldi. Comunque l'assecondai dopo aver avuto conferma che la doll fosse intatta e non rotta o altro. Le persone mi hanno sempre scritto in privato quindi lei non poteva sapere dei vari messaggi ricevuti nel tempo e quando mi scrisse che le faceva paura perché la bimba dichiarava di essere letteralmente "seguita" dalla bambola io le credetti. Mi disse che la trovava spesso, non sempre, nella stanza in cui giocava la bimba e che non poteva prenderla da sola perché era in un luogo inarrivabile. La bimba la vedeva e andava da un'altra parte fino a che non la vedeva di nuovo.
Forse quella bambola aveva solo voglia di giocare, anche se non aveva le gote rosa o gli occhi particolarmente dolci non vuol dire che non avesse gli stessi bisogni delle altre bambole. Solo aveva la capacità di chiedere.
Le bambole vanno capite e comprese come anime in uno scrigno, questo voglio per le MIE creazioni e se questo non posso averlo, ho pensato "forse meglio smettere di dare vita alle creature per chi non può capirle". E' così che ho smesso di creare bambole e di metterle in adozione. Alcune sono rimaste qui, ne creo ancora ogni tanto, ma questa volta solo per rari amatori del genere disposti a vivere sereni nei meandri di un mondo che serenità alla maggioranza non dà.
Rimango comunque la madre delle bambole viventi che ancora esistono.
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