Alcune sere d'autunno, quando cala la temperatura e il silenzio copre Parco Sempione, la Dama in Nero ama passeggiare tra quegli alberi, alle spalle del Castello Sforzesco, perdersi nel riflesso dell'acqua e rimanere ferma nello scorrere del tempo. Con il suo lungo abito nero ed un velo a coprirle il volto si aggira malinconicamente in quella zona.
Fino alla fine dell'800 si diceva che se veniva avvistata da un uomo costui la trovava bellissima, si faceva circuire e la seguiva maliziosamente, lei lo portava in una villa lì accanto, ma al momento in cui l'uomo, per baciarla, le alzava il velo, vedeva il volto della morte.
Sconvolto era portato alla follia. Quando veniva trovato, la mattina dopo, era in stato confusionale ma dipendente dalla figura della dama in nero, cercava incessantemente la sua presenza ovunque. L'uomo raccontava l'accaduto ma veniva preso per pazzo, nessuno ha mai trovato la villa in cui gli uomini, sue vittime, venivano portati.
Nel tempo le testimonianze hanno parlato solo di una figura in nero che si aggira nel parco nelle ore serali d'autunno, accompagnata da profumo di violetta nei dintorni.
Si crede che la dama in nero sia Bianca Maria Scapardone, una contessa che si sposò di primo matrimonio a 15 anni con Ermes Visconti di Somma, figlio dell'aristocratico Visconti. Rimasta vedova si risposò con Renato di Challant nel 1521. Cominciò a frequentare Ardizzino Valperga conte di Masino, come amante. Quando decise di lasciarlo per un altro amante, lui se ne risentì, tradito iniziò a spargere ingiurie sul suo conto.
Bianca Maria convinse un suo secondo amante a vendicare il suo onore da queste offese uccidendo chi le pronunciava.
Così una sera d'autunno Ardizzino fu vittima di un agguato e morì.
Dalle indagini si scoprì che la mandante dell'omicidio fu Bianca Maria Challant e nel 20 ottobre del 1526 fu giustiziata tramite decapitazione, avvenuta sulla torre del castello Sforzesco.
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